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Capitanonemo |
Inserito il - 17/06/2008 : 11:42:21 Inizio questo post trascrivendo integralmente l’articolo di Alessandro Fulloni sul “Corriere della Sera” di martedì 3 giugno.
Il caso dopo il tramonto di Capocotta e Gaeta I NUDISTI PROTESTANO NIENTE SPIAGGE PER I SENZA COSTUME VORREBBERO LE “NERE” DI SANTA MARINELLA Secondo L’Unione naturisti la proposta di destinare l’arenile delle “Spiagge nere”, a Santa Marinella, è ferma in regione. Tempi duri, per i nudisti. Una volta a loro disposizione c’era Capocotta, che però ormai sembra un normale stabilimento frequentato soprattutto dai “tessili”, quelli che al mare ci vanno solo in costume. “L’Arenauta” di Gaeta, sino a un paio d’anni fa oasi di tolleranza, è presidiata dai vigili urbani pronti con il libretto delle multe mentre la trasgressiva Focene è divenuta monopolio di chi usa ilo surf o il kite. L’ultima speranza per quelli che la tintarella la vogliono prendere solo integralmente sarebbe l’arenile delle “Spiagge nere”, a Santa Marinella, poco lontano dal poligono militare. Però anche qui, stando a quanto paventa l’Unione naturisti italiani, i problemi non mancano nonostante – caso unico nel Lazio – il comune abbia destinato ai nudisti gli isolati cinque o seicento metri di sabbia raggiungibili soltanto tramite un impervio sentierino. Una proposta contenuta nel “piano di utilizzo degli arenili” approvato due anni fa “ma che da allora è ferma alla Regione”, sostiene Simona Carletti , leader dell’”Uni” che ieri al mare ha organizzato un sit-in in costume adamitico per sollecitare l’assessore all’Ambiente Filiberto Zaratti a dare il via libera al progetto. I naturisti hanno ribadito, scrivendolo anche su degli striscioni, che spiagge a loro disposizione “nella regione non ce ne sono”. Né in passato sembra esserci stata particolare disponibilità da parte delle “amministrazioni costiere a sollevare la questione – puntualizza Gino Palumbo, segretario laziale dell’Uni – un disinteresse che ha dirottato un non disprezzabile flusso turistico verso Spagna, Grecia e Croazia. A chiarire quale sarà il destino delle Spiagge nere di Santa Marinella sarà un “tavolo regionale interassessorile” competente sui piani arenili. Dalla segreteria Zaratti però precisano: “La delega è dell’assessorato ai lavori pubblici, sono loro che devono convocare la riunione”.
A fianco dell’articolo una foto del lido di Capocotta con la seguente didascalia: “Capocotta Per molti anni è stata la spiaggia preferita dai naturisti, ma ormai è quasi uno stabilimento “normale”. Affermo di non saper leggere la lingua italiana se questo non è un distillato di malafede. Procediamo. Sullo stesso giornale, lo stesso giorno a pagina 27 sull’intera pagina leggiamo il seguente titolo: “ il dossier richiamo della commissione Ue: troppi lidi vietati ai bagnanti TRECENTO SPIAGGE OFF LIMITS L’ITALIA ULTIMA IN EUROPA”, su un totale di 313 spiagge interdette 300 si trovano in Italia. FORMIDABILE. L’Italia, dunque, detiene la maglia nera per la condizione delle coste. Pertanto quanti convengono su una spiaggia non solo non potranno farlo nei modi cui si sentono più liberi (sempre beninteso nel reciproco rispetto)ma, per sovrappiù, avranno buona possibilità di trovare un arenile ed un mare insalubre. Ogni commento è superfluo. Non si dovrà dunque dire “tempi duri per i nudisti” ma, piuttosto, “tempi duri per i bagnanti” e tanto basta. Quindi non è solo chimerica una legge sul naturismo ma anche una salvaguardia delle risorse naturali vantate dalla nostra Nazione, ulteriore circostanza che favorirà la migrazione turistica verso differenti, più tolleranti e salubri lidi. #8195;
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robi nood |
Inserito il - 17/06/2008 : 12:16:35 Capitano, io non ho capito. In cosa vedi la malafede? Da parte dell’estensore dell’articolo, per i commenti su Capocotta? Oppure da parte delle istituzioni, per lo scaricabarile che stanno attuando in merito alla vicenda di Santa Marinella? Nel secondo caso, posso darti ragione: mi sembra che il rimpallarsi le responsabilità tra gli assessorati sia esclusivamente dettato dalla paura di prendere delle decisioni che potrebbero essere scomode per alcuni. Nel primo caso (sempreché io abbia capito), non sono d’accordo. Non mi pare che ci sia alcuna malafede da parte del giornalista nel riportare espressioni come «Capocotta Per molti anni è stata la spiaggia preferita dai naturisti, ma ormai è quasi uno stabilimento “normale”» oppure che i nudisti dichiarino che «spiagge a loro disposizione “nella regione non ce ne sono”», visto che ha sinceramente riferito quanto gli avranno detto questi signori. Io non condivido affatto il pianto greco di questi signori puristi. Siamo giunti al paradosso che l’unica regione che ha un tratto di spiaggia libera autorizzato sia quella in cui le associazioni di nudisti più si lamentino (oltre a prendere le distanze da Capocotta)...
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