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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Fede Inserito il - 04/02/2018 : 22:04:32
Posto questo articolo copiato da un famoso blog:

La Spirale del Silenzio è una teoria elaborata da Noelle-Neumann, negli anni Settanta, secondo la quale i Media (TV in primis) hanno un effetto di persuasione sull’opinione pubblica.

Una singola persona è disincentivata dall’esprimere la propria opinione se questa è percepita (anche erroneamente) come contraria a quella della maggioranza.

Questo produce un effetto a spirale che non fa che crescere, poiché disincentiva a manifestare le proprie idee, fa chiudere la persona in un silenzio. Questo non fa che aumentare la percezione del soggetto di una opinione diversa da quella di tutti gli altri, che a sua volta aumenta il silenzio in cui ci si rifugia, aumentando la segregazione sociale.

Naturalmente la TV è il media con cui maggiormente si provoca questo effetto, ma vista la pervasività dei social network, non è da sottovalutare che anche questi canali possano provocare reazioni simili se non maggiori.

La Spirale ha un effetto devastante proprio perché è nascosto.

I Media enfatizzano opinioni e sentimenti prevalenti, mediante la riduzione al silenzio delle posizioni minoritarie. Una persona singola è disincentivata dall’esprimere apertamente un’opinione che percepisce essere contraria a quella della maggioranza, per paura di riprovazione e isolamento da parte della presunta maggioranza.

Questo fa sì che le persone che si trovino in tali situazioni siano spinte a non esprimere la propria opinione, preferendo invece conformarsi al senso comune. E’ una situazione comune a tutti, spesso, infatti, ci capita di essere veramente noi stessi solo con chi conosciamo bene e che sappiamo condivida la nostra posizione. Ma la percezione collettiva è che tutti siano d’accordo con la maggioranza, e ciò rinforza di conseguenza, il silenzio di chi si crede in minoranza.

Questo effetto è palese quando parliamo dei temi più scottanti, come l’immigrazione e tutti quegli argomenti dove è bene dire una propria opinione, ma in realtà si celano opinioni profondamente diverse.

Il vero problema è che così non si riesce a correggere quelle visioni sbagliate e distorte da tanti stereotipi, proprio perché rimangono nascoste. Inoltre questo meccanismo tende a sopprimere anche quelle forze di cambiamento sane, di cui ogni società necessita per migliorarsi.

La Forza della Maggioranza

La grande differenza tra le varie correnti, le varie posizioni e punti di vista è che la pubblica opinione, quella maggioritaria, è un’opinione che può essere espressa in pubblico senza aver paura di subire danni. Sappiamo già che incontrerà i favori di tutti.

Questi sono i luoghi comuni, le frasi già fatte, i bla bla bla cui siamo sottoposti quotidianamente, fino a che diventano parte del nostro corredo genetico.

Questo spiegherebbe il perché in tutte le interviste anonime risultiamo molto più razzisti di quanto nessun sondaggio riesca a cogliere, mentre in quelle pubbliche nessuno si azzarderebbe mai a rivelarlo. Queste dinamiche sono globali, ognuno ha una forma di razzismo verso qualcun altro. Nessuno ne è immune per nascita, succede anche tra ebrei o neri, infatti il razzismo è una forma di paura verso l’altro, altro inteso come estraneo.

Quanto è forte la Spirale del Silenzio?

Ognuno di noi riceve costantemente una pressione a conformarsi, soprattutto per la paura dell’isolamento sociale. La spinta alla mediazione delle proprie opinioni con quelle del gruppo è una tendenza universale, per questo molti psicologi evoluzionisti la ritengono una caratteristica che aumenta la piacevolezza e l’attaccamento tra gli appartenenti ad una stesso gruppo. E’ proprio da qui che si formerebbero prima i pregiudizi e poi gli stereotipi.

La Teoria si articolerebbe in questo modo:

La società minaccia i comportamenti individuali devianti con l’isolamento sociale.
Gli individui hanno paura dell’isolamento.
La paura dell’isolamento porta gli individui a valutare il clima d’opinione, cioè quelle opinioni maggiormente diffuse.
Il risultato della valutazione influisce sugli individui e sulle loro opinioni.
Questo processo è alla base della formazione dell’opinione pubblica.

La voce delle minoranza come sopravvive?

I punti di vista minoritari vengono espressi solo dopo che sono stati sostenuti anche dai media. Succede spesso infatti, che dopo essere trascorso un certo lasso di tempo, divengono maggioritarie posizioni che fino a pochi giorni prima non erano condivisibili.

Un esempio pratico è quando muore qualche personaggio controverso. All’inizio la pratica sociale prescrive cordoglio, ma passato il tempo per il lutto, diviene accettabile dire anche cose spiacevoli, magari qualche cosa che ha fatto e che non era giusta, ecc.

Critiche alla Teoria

Come tutte le teorie, anche a questa sono state mosse alcune critiche. C’è il problema della “Percezione Selettiva” (qui potete trovare un breve accenno: https://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_della_persuasione). Inoltre è difficile che in un paese tutti i media assumano un’unica posizione e che lo facciano sempre. L’opinione pubblica è spesso divisa su molti temi, con posizioni a volte davvero esigue.

Ci sono poi i sondaggi, cui siamo ormai molto abituati. Con essi i media ribadiscono lo stato di forza tra le diverse posizioni. Oltre tutto i sondaggi costringono i cittadini alla coerenza statistica, cioè a un continuo confronto del proprio comportamento (spesso però i sondaggi portano all’effetto Bandwagon, ovvero l’effetto carrozzone, secondo cui le persone spesso compiono alcuni atti o credono in alcune cose solo perché la maggioranza della gente crede o fa quelle stesse cose).

C’è anche l’effetto di una potente euristica, quella del “falso consenso”: si crede erroneamente che la maggior parte della gente la pensi come noi. Quando poi non è così.

Per finire esiste un comportamento noto come “pluralistic ignorance”: le persone disdegnano in privato un qualcosa che si ritrovano ad appoggiare in pubblico. Questo sarebbe sempre dovuto alla desiderabilità sociale, cioè a presentare l’immagine di noi che abbia più possibilità di essere accettato dagli altri.
7   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Fede Inserito il - 05/02/2018 : 16:36:37
Ciao a tutti! Intanto vi ringrazio per aver letto questo lungo articolo.
Chiaramente viviamo in un paese dove vige la libertà di pensiero, ma la libertà di pensiero non è direttamente collegata alla libertà di espressione dialettica, che invece è fortemente condizionata dalle attese dei nostri interlocutori e dell'immagine che noi vogliamo dare agli altri. Qualcuna di voi, fra i diversi commentatori, si è avvicinato maggiormente alla reale intenzione dell'articolo. L'articolo prende in considerazione il razzismo, ma a questa parola può essere sostituita qualsiasi altra parola Difficilmente riusciamo ad esprimere liberamente le nostre opinioni quando ci troviamo in un gruppo di persone che manifesta un pensiero diametralmente opposto al nostro. Difficilmente esprimiamo il nostro apprezzamento per il nudismo a persone che manifestano la loro ostilità nei confronti del nudismo. In questo modo il pensiero tende a rimanere confinato in noi stessi E non a diventare fonte di discussione e di arricchimento per il gruppo. Così facendo le idee del gruppo rimarranno sempre fisse e forti, mentre quelle del singolo rimarranno sempre meno espresse e isolate. I momenti storici in cui è cambiata la percezione di determinati argomenti, corrispondono ai momenti nei quali si è cominciato a parlarne
.
asterix Inserito il - 05/02/2018 : 13:56:54
Concordo totalmente con la teoria di Fede.
Ed aggiungo che se il nostro interlocutore, fosse più disposto ad ascoltarci ed al dialogo ragionato, molte persone avrebbero più "coraggio" di esporre le proprie idee.
Visto che tratti l'argomento razzismo, se quando qualcuno parla del problema dell'immigrazione incontrollata, non si sentisse rispondere a voce alta solamente "Razzista, razzista!!" Forse si potrebbe arrivare ad una discussione costruttiva e moderata.
Ma come dice giustamente l'articolo, è di moda rispondere con la parola "razzismo" ormai a tutto. Razzismo fa sempre bella figura e ci fa sentire in pace con la nostra coscienza e con gli altri, ci fa sentire alla moda ed amici di tutti, anche se magari dentro di noi vorremmo davvero dire il nostro punto di vista.
In cambio del "far parte del branco" siamo disposti a dire qualsiasi cosa, anche se non la condividiamo, perchè la nostra più grande paura è quella della solitudine, dell'emarginazione e di essere "bullizzati".
nudista81 Inserito il - 05/02/2018 : 11:16:04
Credo che in questa teoria ci sia una fonte di verità, ma va analizzata in qualche dettaglio...Sicuramente noi tutti siamo bombardati da tv, social network ora sempre più vicini anche sugli smartphone, però mi trovo molto d'accordo con Ulisse e Siman, nel senso che se si ha una certa indipendenza di pensiero, si ragiona con la propria testa, difficilmente ci si lascia trasportare da quello che la tv ci trasmette.

Noi naturisti forse ne siamo un esempio, potenzialmente il naturismo seppur un briciolo più accettato è sempre una cosa insolita quantomeno in Italia, però ognuno di noi ci crede, ognuno a suo modo cerca di parlarne per far conoscere questo stile di vita.

Credo dipenda anche da una questione culturale, di formazione, infatti è un dato di fatto che si punta alla riduzione dell'ignoranza (intesa come non conoscenza) per far ragionare con la propria testa e non come zombie ebeti a seguire la massa.

Personalmente mi ritengo uno che è piuttosto in controtendenza rispetto agli eventi ed ai pensieri, ovvio che ne avrò forse di sbagliati anche io, e non tutte le mie lacune possono essere venute ancora a galla.
siman Inserito il - 05/02/2018 : 10:27:16
ulisse62 ha scritto:

Sicuramente i media ed i social possono influenzare l'opinione pubblica, ma credo che alla fine chi è capace di pensare (e non detto che tutti la abbiano questa capacità) comincerà a mettere in dubbio il pensiero imposto, magari per giungere alle stesse conclusioni, ma saranno comunque SUE conclusioni, non imposte da terzi Il vero problema è chi preferisce essere lobotomizzato rinunciando al pensiero critico, perché ammettiamolo, pensare è faticoso.



La penso esattamente come Ulisse.

ulisse62 Inserito il - 05/02/2018 : 09:27:15
Sicuramente i media ed i social possono influenzare l'opinione pubblica, ma credo che alla fine chi è capace di pensare (e non detto che tutti la abbiano questa capacità) comincerà a mettere in dubbio il pensiero imposto, magari per giungere alle stesse conclusioni, ma saranno comunque SUE conclusioni, non imposte da terzi Il vero problema è chi preferisce essere lobotomizzato rinunciando al pensiero critico, perché ammettiamolo, pensare è faticoso.
Nuda Natura Inserito il - 05/02/2018 : 03:19:59
Articolo interessante, anzi mi fa venire in mente la repressione sociale, brutta bestia...
Nudomark Inserito il - 04/02/2018 : 23:20:05
Mah, non mi ritrovo in una sola parola di queste teorie!

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