Ritorno ai blog
di nicolapp 22/07/2015 00:44:48
Le giornate scorrono. Divento più riflessivo e accondiscendente. Ultimamente frequento alberese. Per me era la spiaggia dove mi portavano da bambino in gita. Ora è semplicemente lo spazio nudista più vicino a casa; potrei arrivarci a piedi se non ci fosse un fiume nel mezzo. È un luogo inafferrabile, vasto, denso, una baia che non lo diventa mai. Il mare trasparente d'acquamarina invita a bagnarsi, e poi con un soffio di vento diventa traslucido e scuro. Il paesaggio potrebbe essere aspro ma è una pineta piena di rigoglio, racchiuso da colline che si allungano a leccare dolci l'acqua eppure si troncano improvvise in scogliere: come fossero antiche cicatrici. Le tre torri medievali di avvistamento sono della stessa roccia che le sostiene. Un millennio fa, servivano alla guerra fra musulmani e cristiani; ora guardano il mare insieme a noi. Ho fatto quello che fanno tutti in spiaggia. Ho mangiato le pesche, ho corso, ho letto un mattone terribile (abbandonato), e, udite udite! mi sto abbronzando. Ho cercato di accordare il mio respiro con quello della risacca, fallendo. Servirebbe più tempo. Ho incontrato un tizio strano con la faccia da killer e i pensieri confusi. Mi ha rovesciato addosso la sua storia e le sue nevrosi, e quando ha finito, è ritornato al suo posto. Ho passeggiato con la testa vuota sul bagnasciuga, arriva quest'anziano con gli occhi di ghiaccio, fa 'visto che vuoi fare il cretino, almeno stai seduto'. Ci metto qualche secondo a visualizzarlo. Gli spiego che siamo su una spiaggia nudista, cosa un po' assurda da dire, visto che almeno 50 persone erano nude in quel momento intorno a noi, e solo mr ice indossava il costume. Non sente ragioni. Non ho voglia di litigare nel mio giorno di riposo. Gli auguro in cuor mio di affogare e continuo la passeggiata. Peccato perché alberese è una spiaggia ben frequentata, con tante famiglie, coppie, molti tessili più che accondiscendenti. Un episodio isolato - spero. È giunta l'ora di tornare a lavoro. Percorro la spiaggia alle 2 del pomeriggio, sotto il sole che schiaccia implacabile tutto al terreno. La gente è abbandonata al sonno, alla lettura. Una ragazza di una bellezza offensiva si bagna di sole nella schiuma del mare, gli occhi serrati come una statua perfetta. Le giro intorno con timore reverenziale. Arrivo alla spiaggia tessile, troppi costumi, troppi colori, troppa gente. Un specie di bazar. Mi sembrano buffi come immagino io sarò sembrato buffo a loro nudo. Rimane addosso quella malinconia leggera di tutto ciò che è estate - quel senso di temporaneo. Torno a lavoro.