Ritorno ai blog
di Marco_e_Jo 28/10/2013 21:49:20
Fatto terribile, drammatico, doloroso, ma annunciato. Annunciato, perché fino a quando dire “sono gay” oltre ad essere difficile diventa non opportuno, fuori luogo, fino a quando non se ne parlerà, fino a quando tutte le persone non eterosessuali (considerate minoranza) non usciranno allo scoperto in modo da far cultura, in modo da far capire che può essere gay il tuo vicino di casa, il tuo insegnante, il tuo medico, il tuo collega, il tuo datore di lavoro, il lattaio, il macellaio e il verduriere, ed anche chi scrive su un sito su internet, in modo da farti capire che se anche tuo figlio è gay va bene così, in modo da far capire a tuo figlio che di questo suo modo di essere può parlare con te liberamente come di qualsiasi altra cosa, beh, fino ad allora chi è meno forte, ed un adolescente è sempre “meno forte”, si sentirà inadeguato, si sentirà marchiato, potrà sentire che la sua vita è inutile, ed allora tirarsi giù da un terrazzo non apparirà così assurdo come invece appare a noi che oggi leggiamo la notizia. Fin quando “l’amore che non osa dire il suo nome” continuerà a non dirlo, continuerà ad essere zittito con mille e più motivazioni, allora l’essere non-etero continuerà a far male a chi non lo è. Fin quando il “siamo tutti uguali” resterà vuota retorica e non pratica reale e realizzata sarà necessario, oltre che perseguire leggi che poco potrebbero cambiare nella vita quotidiana di chi medita il suicidio, dimostrare con i fatti, con la nostra vita di tutti i giorni, che è davvero così, e che ognuno può essere se’ stesso con tutto se’ stesso, che è così per ognuno di noi. Non interroghiamo (o almeno non interroghiamo solo) la politica, la scuola, la famiglia, la chiesa. Interroghiamoci uno per uno, e chiediamoci: sarebbe cambiato qualcosa per Simone se sulla sua strada avesse incontrato anche me?
Annunciato, perché fino a quando dire “sono gay” oltre ad essere difficile diventa non opportuno, fuori luogo, fino a quando non se ne parlerà, fino a quando tutte le persone non eterosessuali (considerate minoranza) non usciranno allo scoperto in modo da far cultura, in modo da far capire che può essere gay il tuo vicino di casa, il tuo insegnante, il tuo medico, il tuo collega, il tuo datore di lavoro, il lattaio, il macellaio e il verduriere, ed anche chi scrive su un sito su internet, in modo da farti capire che se anche tuo figlio è gay va bene così, in modo da far capire a tuo figlio che di questo suo modo di essere può parlare con te liberamente come di qualsiasi altra cosa, beh, fino ad allora chi è meno forte, ed un adolescente è sempre “meno forte”, si sentirà inadeguato, si sentirà marchiato, potrà sentire che la sua vita è inutile, ed allora tirarsi giù da un terrazzo non apparirà così assurdo come invece appare a noi che oggi leggiamo la notizia.
Fin quando “l’amore che non osa dire il suo nome” continuerà a non dirlo, continuerà ad essere zittito con mille e più motivazioni, allora l’essere non-etero continuerà a far male a chi non lo è.
Fin quando il “siamo tutti uguali” resterà vuota retorica e non pratica reale e realizzata sarà necessario, oltre che perseguire leggi che poco potrebbero cambiare nella vita quotidiana di chi medita il suicidio, dimostrare con i fatti, con la nostra vita di tutti i giorni, che è davvero così, e che ognuno può essere se’ stesso con tutto se’ stesso, che è così per ognuno di noi.
Non interroghiamo (o almeno non interroghiamo solo) la politica, la scuola, la famiglia, la chiesa.
Interroghiamoci uno per uno, e chiediamoci: sarebbe cambiato qualcosa per Simone se sulla sua strada avesse incontrato anche me?